Il Quinto Quarto

Quinto QuartoQuinto quarto, quando le aspettative condizionano le valutazioni. È bastata una semplice apparizione in una delle classifiche del Gambero Rosso – le 10 migliori carbonare di Roma – per stuzzicare la nostra curiosità ma anche farci uscire delusi, almeno io perché Marco è stato un po’ più ‘light’.

Oddio, forse deluso è esagerato, però… Andiamo a descrivere la divertente ‘magnata’ che martedì 2 novembre ci siamo fatti io e Marco nella ‘piccola osteria’ di Ponte Milvio (via della Farnesina per l’esattezza). Dovete infatti sapere che l’osteria Quinto quarto è composta da una minuscola e accogliente sala con cucina a vista e da un altro spazio (dunque pochi coperti) non in muratura ma coperto da un telone grazioso con ‘finestre’, sufficientemente riscaldato e graziosamente arredato ‘minimal’ come anche si può intravedere dalle foto (poche) che si trovano nel sito, ricco invece di informazioni ‘tecniche’ e storiche sul cibo del territorio.

Nel sito si trova anche descritta la filosofia del locale, chiaramente cucina del territorio con particolare attenzione alla provenienza dei prodotti e la spiegazione del nome del locale: il quinto quarto è il nome della parte meno nobile della bestia macellata (trippa, rognoni, cuore, fegato, animelle, cervello, lingua, coda). Ovvio che non potevamo che esordire con due belle carbonare (10 euro l’una) che si sono fatte attendere il giusto e ordinate, con una prima comanda, insieme ad un Frascati Villa Simone (l’etichetta dell’enoteca Costantini, 17 euro, ricarico importante).

Pane (né abbondante né micragnoso) buono, pur essendo una semplice pagnotta (il coperto non è presente nel conto. L’acqua a 3 euro però si…). Da segnalare che a pranzo il locale si pubblicizza come ‘cirioleria’ –  la ciriola è un tipico pane romano ormai abbandonato al quale il locale propone di abbinare prodotti tipici. Arriva la carbonara settima classificata: accidenti, è un po’ fredda, pazienza; accidenti, cosa sono tutti questi nervetti che fatico a mandar giù? Accidenti è quasi un assaggio..; mannaggia, forse l’uovo è un tantino troppo cotto.. La cottura delle mezze maniche, però, è al dente come piace a noi e forse anche per questo motivo finiamo in un baleno con più fame di prima. Benedicendo il fatto che ci eravamo riservati una seconda comanda (ci riempirà o no questa carbonara?), ordiniamo una coratella e un baccalà uvetta e fichi secchi e… adesso ci siamo: con questi due piatti realizziamo che non ci troviamo in un qualsiasi ristorantino senza pretese (ma non esageriamo). Baccalà con uvetta e fichi secchi (15 euro) squisito, appetitoso, succulento ed equilibrato nei sapori ma leggero così come la coratella di abbacchio di Marco (13 euro). Parzialmente sollevati ordiniamo, per finire da veri golosi, una porzione di millefoglie con crema allo zabaione (7 euro) e una porzione di crostata di visciole (6 euro). Marco è entusiasta della sua crostata, io un po’ meno: porzione minuscola e sfoglia non all’altezza; ottima, ad evitare la completa bocciatura, la crema di zabaione. Infine, Marco ordina un caffè (2 euro).

Ci alziamo dopo un paio d’ore scarse con un totale di 83 euro e la sensazione, almeno da parte mia, che non tornerò come invece succede quando sono soddisfatto. Le ragioni? Il conto ‘importante’, il servizio delicatamente anonimo e la location graziosa ma non sufficiente, insieme alle altre cose, a far ‘scavallare’ al conto il muro dei 40 euro a cranio.

7 replies on “Il Quinto Quarto”

  1. Frequento questo locale da diversi anni e non mi ritrovo affatto in questa recensione,so che pero’ e’ cambiato lo chef da poco e non ho ancora avuto modo di andare dopo questo cambio,spero che siate incappati in una serata no perche la carbonara e’ sempre stata una delle migliori in circolazione e sufficentemente abbondante,i dolci sono la parte meno entusiasmante ma poco male…c’e sempre Pompi di fronte 🙂

  2. Io sono stato con amici da poco e mi sono trovato benone! Servizio carino, “coccoloso” e professionale ma con quel tono informale che non guasta. Carbonara superlativa! Ottima la coda alla vaccinara e un guancialotto di manzo stracotto…tenerissimo!
    Non siamo riusciti ad arrivare ai dolci solo per pienezza!
    Bella carta dei vini con etichette quasi sconosciute, tra cui vini biodinamici, biologici e kasher!
    spesa media 35 euro

  3. leggendo le prime righe di questa recensione avevo creduto che si trattasse di un posto rozzo, vecchio e storico come può essere pierino al gazometro, ma con questi prezzi io nemmeno mi ci accosto in un locale, più per una questione di onestà. Una carbonara credo che non possa mai valere 10€, considerando che è un piatto della cucina povera…
    Il gambero rosso mi delude sempre un pò con le sue scelte, sarà una questione di denari? mah…

  4. Mi spiace leggere che il popolo internettiano è sempre alla ricerca del minor prezzo e non della miglior qualità!
    Non entro in polemica con nessuno, ma giro molto per ristoranti, non solo a Roma!
    Sono stata più volte in questo localino e devo dire che la ricercatezza e qualità delle materie prime è incredibile!
    E’ ovvio, sia per zona che per qualità appunto, i prezzi siano diversi dalle osterie di borgata! Ma basti pensare alla carbonara di roscioli a 16 €, o tante altre!
    Ricordatevi sempre, poi, di valutare la qualità anche dopo aver mangiato!
    Noi siamo rimasti impressionati positivamente dalla leggerezza di quella cucina che dovrebbe invece essere truculenta!
    Io personalmente consiglio una visita!

  5. Ciao Lucia,
    in realtà io non penso che sia troppo costoso in sè, forse è un mix tra aspettative (per me altissime) non corrisposte, ripeto, forse perché troppo alte, e un servizio un po’ anonimo. Io personalmente penso che lo riproverò, magari è stata una cosa di una sera, però non parlerei della ricerca del minor prezzo, ma del miglior rapporto qualità/prezzo.

    Che poi la qualità sia una questione molto legata alla percezione, anche della singola serata, è un fatto, come è un fatto che non siamo professionisti ma appassionati, e se dovessimo provare più volte un ristorante prima di recensirlo (e non sai quanto ci piacerebbe farlo), scriveremmo ancor meno di quanto già non facciamo.

    E quindi, personalmente, sono contento così, anche facendo recensioni su cui chi legge non è per lo più d’accordo, perché quando, come state facendo, esplicitate e argomentate le vostre posizioni, aiutate a migliorare l’esperienza del visitatore successivo. E questo è uno dei motivi per cui è nato SecondoMe.

    Aggiungo, Lucia: visto che giri molto ti andrebbe di suggerirci un po’ di locali da provare? Qui in pubblico o in privato a marco@secondome.com

    Grazie!

  6. Ciao Marco,

    io ci sono stata tempo fa e mi sono trovata bene. Ne ho pure parlato sul blog. C’è da dire che nel frattempo è cambiato lo chef quindi tra le recensioni lette e la tua esperienza devi mettere in conto anche questo fattore. Non dico ch e sia necessariamente meglio o peggio, solo diversa e quindi a quello che leggi devi dare il giusto peso.
    Tuttavia se Claudio si è trovato bene di recente (e di lui mi fido) probabilmente i fattori determnanti sono altri.
    Ci tornerò e ti farò sapere.

  7. Cari amici, non sono un gastronauta, ma causa (o fortuna!) lavoro, giro molto. E’ vero, non sono romano e forse non posso giudicare come voi la corrispondenza della tradizione nella realizzazione dei piatti di questo locale….ma posso dirvi, sempre a mio modesto parere, che la qualità (anche quando si esce e il giorno dopo) è davvero impeccabile! Mi spiace anche leggere note negative sul servizio visto che credo sia un altro dei loro punti di forza: informale, professionale, preparatissimo e soprattutto Sorridente!
    Cosa chiedere di più? Prezzo basso? Beh, cari amici, credo che ormai non sia più proponibile andare alla ricerca del prezzo, perchè quelli che lo fanno sono gli stessi che acquistano vino da meno di 5 euro a bottiglia, oppure olio extravergine da 3 euro! Non è questione di classismo ma di decidere una buona volta di mangiare meno ma mangiare meglio!
    Chiudo cmq dicendo che de gustibus non disputandum est! Buone mangiate a tuttti
    P.

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