Canne al vento

Martedì scorso io e Paola siamo tornati in palestra dopo due mesi di pausa, con molto fiato in meno e svariata ciccia in più.
E’ stato così che, vuoi per lo sforzo profuso, vuoi per la necessità di gratificazione, all’uscita abbiamo deciso di premiarci cenando al ristorante!

La scelta è ricaduta su “Canne al Vento”, un ristorante vicino casa che dall’esterno non mi ha mai attratto: si trova all’angolo tra Piazza Carpegna e l’inizio di via Madonna del Riposo e risulta piuttosto anonimo. Ma tant’è, Paola era convinta di volerlo provare, mi ci ha praticamente trascinato, e ora sono contento di essermi fatto trasportare dal suo entusiasmo.

Come suggerisce il nome si tratta di un ristorante sardo (e l’accento del proprietario non lascia dubbi circa la genuinità delle origini) specializzato in cucina a base di pesce. Relativamente costoso, ma di buona qualità.
Mi mancava un buon indirizzo per il pesce su Roma, e ora ho scoperto di averlo vicino casa.

La sala è divisa in due ambienti da una trentina di coperti ognuno, separati da una grande vasca con degli astici che nuotano placidi.
Il proprietario (?), molto affabile, quando siamo entrati ci ha  elencato (a voce, nemmeno l’ombra del menu) i primi disponibili: tonnarelli all’astice o all’aragosta, spaghetti con vongole e bottarga, ravioli con polpa di ricciola e così via.

“Ma un po’ di antipasto, prima?” – fa Paola
“Cosa preferite, degli assaggini?” – replica lui
La sventurata rispose.

L’assaggio è consistito in: una montagna di pane carasau con olio e salmone, un piattino di insalata di polpo (tenero, ma tenero tenero), uno di frittura mista di pescetti e polpetti (superlativa), una porzione di impepata di cozze, un po’ alici marinate e una fetta di melanzana sott’olio (no, non c’entrava nulla con il resto, ma ce l’hanno portata e non è che potessimo discriminarla).

Eravamo praticamente sazi.

Non ci siamo neppure goduti più di tanto il primo che abbiamo scelto: gli spaghetti vongole e bottarga: abbondanti, gustosi, ma un po’ troppo sbilanciati sull’olio e con una bottarga tutto sommato insipida.

Causa sazietà non abbiamo potuto provare i meravigliosi pesci che continuavano ad arrivare ai tavoli vicino al nostro.

Il conto è stato la nota un po’ stonata della serata: 25 euro a testa più 10 Euro per una bottiglia da 375 ml di vermentino mi sono sembrati un po’ troppi, così come mi è sembrato poco corretto non portare il menu e servire gli antipasti a profusione.

Ad ogni modo, ci tornerò sicuramente (seppur con una diversa consapevolezza).

7 replies on “Canne al vento”

  1. permettimi, anzi chiedo scusa in anticipo per la libertà che mi prendo di “criticare”, si fa per dire, ma un po’ mi vergogno pure dato il servizio che fai(posso usare il “tu”?)mettendo queste recensioni a disposizione di tutti, quindi in primis grazie, anzi, GRAZIE.
    veniamo alla critica:
    un assiduo frequentatore di ristoranti e affini sa bene che sugli antipasti, se diamo libertà al proprietario, spesso e volentieri esagera un po’ nelle quantità, sicuramente per gratificare il cliente con cose sfiziose, ma inevitabilmente il conto incrementa.
    inoltre 25 euro per un ristorante di buon pesce ti sembrano tanti? sicuramente 10 euro per il vino sì.

  2. Vai Rossella, critica pure, ci mancherebbe! 😀

    Hai ragione, siamo stati noi degli ingenuotti, e ne abbiamo pagato le giuste conseguenze.

    Quanto al prezzo, considera che si è in definita trattato di antipasti e primo (e un dolce in due… lo devo scrivere!)

    Non è molto, ma non è neppure poco. E in ogni caso, come ho detto, ci tornerò di sicuro a provarlo in modo più estensivo.

  3. 10 euro per una bottiglietta da 350 sono effettivamente troppi, sul prezzo del mangiare dire nella media, una buona proposta per chi ama il pesce questo ristorante

  4. Ciao a tutti. Seguo il blog da qualche settimana e mi permetto, da appassionato del mangiare, di esprimere il mio parere su “Canne al vento” che ho conosciuto proprio leggendo “Secondo me”. Il film all’Alhambra (cinema vicino al ristorante) è stata l’occasione giusta e così, sabato scorso, io e Sandra siamo andati. Locale assai semplice (anche troppo per i miei gusti ma perfetto per il dopocinema), due ambienti più o meno uguali (anche una veranda esterna per la bella stagione), sensazione di pulizia e parlata sarda di tutto il personale e chi ci ha servito era il proprietario. Di menù nemmeno l’ombra (una costante nelle mie esperienze “sarde”) ma elencazione a voce dei piatti. Non c’è una grande scelta ma sufficiente per stimolare la nostra immaginazione. Memore della recensione di “Secondo me” ordiniamo un antipasto in due (15 euro) acqua non richiesta (2 euro) che arriva a tavola ‘in automatico’ (no problem) e, memore della bottiglietta di vino a 10 euro, chiedo dei vini e dei relativi prezzi: la bottiglia da 75 cc costa 10 euro e quella da 37,5 cc 5 euro (avranno abbassato i prezzi..?). Il vermentino è l’unico vino che servono (non mi ha parlato di null’altro), un doc senza nè arte nè parte che vale il suo prezzo e nulla più. Arriva subito il pane carassau con olietto in quantità (è stato sufficiente per l’intera serata) e l’antipasto subito dopo (per fortuna): alici marinate, saute di cozze, polipetti fritti e una crudità (che era..?): tutto piacevole senza eccellere (i polipetti fritti sembravano freschi ma non si avvertiva un olio di prima frittura). Decidiamo poi per due secondi di pesce, saltando i primi: Frittura mista e Coda di rospo con patate (33 euro in totale), con la frittura mista eccellente (sicuramente superiore ai polipetti) e la coda di rospo squisita ma ahimè troppo cotta e con una presentazione non all’altezza (abbiamo rimediato con una spruzzata di olio extravergine che abbiamo dovuto chiedere). Ottime anche le patate al forno. Tutto bene, la serata scorre liscia, serena e senza intoppi. Concludiamo con un dolce in due, tortino di mandorla e mele, veramente superbo (4 euro). Il proprietario (proviene dalla provincia di Oristano) ci offre due mirti. Il conto è stato di 64 euro (2+10+15+33+4) e siamo usciti moderatamente soddisfatti: forse torneremo. Un saluto.

  5. scusatemi ma sentivo la necessità di intervenire in quanto io sono un cliente di “canne al vento” e devo dire che di ristorantini a conduzione quasi familiare con quell’ottima qualità di pesce a Roma ce ne sono pochi, io di solito mangio tutto dall’ant5ipasto al dolce e spendo mediamente 40 euro a persona, provate ad andare a fiumicino e mangiare tutto a 40 euro!! a imenticavo che la vasca per gli astici e le granseole serve per preparare i primi eccellenti e vengono tirati fuori durante la serata, li vicino c’è la sora pia altro buon ristorante ma con prezzi e qualità decisamente opposti, ciao a tutti

  6. Ho provato la prima volta questo ristorante su consiglio di un collega e poi ho letto la recensione anche qui.
    Sono stato diverse volte e lo consiglio vivamente, mi mangia bene, ambiente semplice e gestore e camerieri molto cortesi.
    L’antipasto misto è ottimo, ben assortito…il “pane sardo” che portano è buono ed abbondanre e c’è il rischio di mangiarne “troppo”. Ed i primi che ho provato li ho trovati anch’essi buoni.
    Fino ad ora non ho avuto occasione di assaggire i secondi, a parte una frittura (ottima!) perchè con l’antipasto misto ed il primo si è satolli…ma la prossima volta dopo l’antipasto punterò sui secondi.
    Diciamo che tra antipasto, primo, vino della casa (vermentino), acqua e dolce si sta sui 30 euro circa (più o meno).

  7. ottimo ristorante! il pesce è freschissimo e il rapporto qualità-prezzo buono.. ci torniamo!

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