Nonna Betta

UPDATE Marzo 2011: dalla recensione originaria sono tornato varie volte, sempre con molta soddisfazione da Nonna Betta. Dopo l’ultima, pochi giorni fa, ho deciso che i carciofi alla giudìa sono in assoluto tra i migliori di Roma, ma soprattutto la zuppa di ceci e baccalà, lievemente piccante, mi ha conquistato. Non vedo l’ora di tornare solo per riprovarla.

(e, consiglio amichevole, visitate il loro sito, il blog è una fonte inesauribile di racconti, curiosità e aneddoti del mondo ebraico).

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Qualche sera fa, con la scusa di rivederci con alcuni amici per lo scambio dei regali di Natale, abbiamo provato Nonna Betta, ristorante kosher aperto da pochi mesi a qualche passo dal Portico d’Ottavia, dietro la Sinagoga. Nonna Betta coniuga la più tradizionale cucina giudaico-romana con elementi della gastronomia mediorientale, dando luogo ad un meltin’ pot di sapori gustosi e accattivanti. L’offerta gastronomica di Nonna Betta, infatti, rispecchia le origini dei proprietari, affiancando alle tradizioni romane di Umberto Pavoncello, cresciuto nelle vicinanze del locale, quelle egiziane degli altri soci, tra i quali lo chef Gamil Essa Bakhit. Il locale nelle scorse settimane mi è stato segnalato dapprima da alcuni avventori e in seguito da Umberto stesso. A dire il vero per me è stata la seconda visita al ristorante: la prima fu pochi giorni dopo l’apertura, insieme ad Antonio Tombolni, che ne aveva parlato qui. Questa volta per me è stata sicuramente più significativa, perché eravamo cinque persone e abbiamo abbiamo avuto modo di provare tutto l’arco delle portate, dagli antipasti al dolce. Prima ancora dei piatti, quello che mi ha colpito è stata la qualità e l’affabilità del Servizio, a partire dalla simpatia del cameriere, Sherif, che ci ha servito al tavolo, per continuare con lo chef che ci ha fatto provare l’anteprima di un futuro piatto, per finire con Umberto, che a più riprese si è sottoposto al fuoco di fila delle nostre domande e curiosità sulle regole, la cultura e le tradizioni gastronomiche ebraiche. Veniamo allora a quello che abbiamo mangiato: tra gli antipasti abbiamo provato i pezzetti fritti, verdure miste fritte in pastella. Noi romani siamo amanti del fritto e i pezzetti non deludono: la pastella ha la giusta consistenza e non assorbe molto olio. Buono il carciofo alla giudia, anche se un po’ più unto. Superbo, di rilievo assoluto, il felafel, uno dei migliori che abbia mangiato qui a Roma (per chi non lo conoscesse, il felafel è una polpettina fritta di verdure e passata di ceci, molto diffusa nella cucina mediorientale). Oltre ai fritti, abbiamo provato anche le alici marinate con il limone, succulente, e la concia, ossia zucchine fritte e marinate con l’aglio. Per la presenza dell’aglio la concia è un piatto molto importante, seppur squisito. Tenetene conto se avete in programma attività sociali con persone che non abbiano mangiato con voi! Come primi, siamo passati dai ravioli all’arancia ai tagliolini cacio e pepe, ai tagliolini cicoria e bottarga, fino ad arrivare ad una proposta sfiziosissima dello chef: i tagliolini cacio e pepe con la cicoria (per la cronaca, li ho fatti in versione casereccia ieri sera a casa e ci stiamo ancora leccando i baffi). Nessuno di noi si è pentito della propria scelta. Per quanto riguarda i secondi, abbiamo provato un ottimo trancio di tonno fresco alla griglia e, su suggerimento di Umberto e del nostro cameriere, gli straccetti di tonno in salsa tehina (la tehina, o tahina, o tahine è una salsa a base di sesamo), davvero molto gustosi. Infine, il tripudio dei dolci: abbiamo assaggiato pressoché tutte le torte, rigorosamente preparate nel ristorante: la torta della nonna (con crema e pinoli) e quella del nonno (con il cioccolato), lo strudel e la basbusa (un dolce egiziano di semolino e cocco), un ottimo creme caramel, ma soprattutto la torta di ricotta, una spanna sopra tutti gli altri dolci, una delle più buone che abbia mai mangiato, che da sola basterebbe a giustificare l’intera cena. Da bere, abbiamo degustato un vino israeliano pastorizzato, un Barkan Classic Pinotage. La spesa a persona per l’intera cena è stata di 45 Euro, ma come avrete notato abbiamo abbondato molto con le portate. Se dovessi stimare una cena “media”, con un po’ di antipasti, un piatto principale, dolci, vino e caffé, direi che saremmo sui 30-35 Euro al massimo.

26 replies on “Nonna Betta”

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  2. ringrazio per le belle parole che mi lusingano e mi incoraggiano a proseguire su questa strada. colgo l’occasione per ricordare a chi fosse interessato che nonna betta – cucina kosher chiude dal tramonto del venerdì al tramonto del sabato per osservare il giorno del riposo sabbatico settimanale imposto dalla mia religione.

    il mondo è stato creato in sei giorni e il settimo il signore si è riposato?

    se dio è il dio onnipotente non ha certo bisogno di riposo si son detti i rabbini di un paio di milleni fa che hanno discusso la cosa. i maestri e sono addivenuti alla conclusione che per riposo bisogna intendere una cessazione delle attività creative, quelle attività, cioè, che producono un cambiamento nella realtà, che la trasformano in qualche modo.

    tra i 39 lavori proibiti di shabbat c’è anche il cuocere che a parte l’implicazione di dover accendere un fuoco – che è un altro lavoro proibito a cui si potrebbe ovviare cucinando da un fuoco precedentemente acceso – comporta un’ovvia trasformazione da crudo a cotto.

    grazie ancora per il commento.

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  5. salve. con grande piacere vedo che le visite alla recensione di nonna betta – cucina kosher aumentano giorno dopo giorno. coglierei l’occasione per ricordare a tutti che se non si ambisce ad esplorare tutti i punti più reconditi del menù di nonna betta – come fanno certi golosoni…- si riesce a mangiare anche con 20/25 euro. vorrei anche invitare i frequentatori di secondome.com a presentarsi e farsi riconoscere per essere trattati come si conviene. 😉

    up

  6. (tanto per aggiornarvi, ci sono stato ieri e tra le altre cose ho mangiato un carciofo alla giudìa squisito, croccante e per nulla unto, e una parmigiana di carciofi a dir poco favolosa, la consiglio di cuore a tutti!

  7. Sono stato da Nonna Betta un paio di settimane fa, in occasione di una trasferta a Roma con due amici. E’ stata una serata molto piacevole, sia sotto il profilo culinaria che sotto quello… “storico”!
    La delicatezza del fritto di verdure, la particolarità del carciofo alla giudia… e poi gli straccetti di tonno e le alici cotte al forno con l’indivia…
    Il tutto contornato da un servizio ottimo. Al termine della cena, il titolare Umberto, dopo averci offerto un ottimo liquore di cui non ricordo più il nome, ha soddisfatto le nostre curiosità sui piatti ma soprattutto sulla storia e le tradizioni del ghetto e della comunità ebraica di Roma.
    Se volete cenare SENZA essere trattati come polli in batteria in un locale in cui i gestori conoscono il vero senso della parola “ospitalità”, avete trovato il posto che fa per voi.
    Spesa: 35 euro a testa per 3 antipasti, 3 primi, 2 secondi, 3 dolci, vino e acqua. CONSIGLIATISSIMO!

  8. Sabato sera per una serata speciale con delle amiche abbiamo scelto il ristorante Nonna Betta.
    Scelta azzeccatissima, tutto molto buono in particolare l’antipasto i “Pezzetti fritti” e i primi “Cacio e pepe con cicoria” e la “Carbonara di zucchine”, buona da meritare la scarpetta.
    Personale ottimo, ma devo ringraziare in particolare il proprietario il signor Umberto Pavoncello per la sua cortesia e disponibilità verso un gruppo un po particolare!
    Elisa 🙂

  9. Che buona la cucina di Nonna Betta!
    Sabato sera abbiamo provato per la prima volta le delizie di questo accogliente ristorante al Portico
    d’Ottavia:
    Concia
    Tagliolini cacio,pepe e cicoria
    Straccetti di tonno con tahine
    Tortino di alici e indivia
    Basbousa
    Aspettative soddisfatte sia dagli ottimi sapori che dalla squisitezza del personale.
    Un commento a parte merita il proprietario,il signor Umberto che con la sua simpatia,gentilezza e disponibilità ,fa sentire i clienti a casa ,tra amici.
    Torneremo presto!!!

  10. 😉 Facendo il viaggiare il mio modo di essere/diventare, non mi perdo d’animo quando incontro la brutalità dell’anonimo, del fast food e dello scostumato… Ma figuratevi la mia gioia lampeggiante entrando affamata e stanca dalla “Nonna Betta”, essere ospitata come una persona e non da tourista, ed avere la possibilità di esperienze autentiche gastronomiche, informative e personali: Grazie di cuore a tutti, e specialmente a up!

  11. CERTAMENTE NEL GHETTO è IL MIGLIOR RISTORANTE SPERIAMO CHE SI MANTENGA CON LA STESSA QUALITà.
    CON LA SPERANZA CHE NON FACCIA LA FINE DEGLI ALTRI DUE RISTORANTI GIGGETTO E TAVERNA KOSHER ORMAI DIVENTATI UNICAMENTE PER TURISTI O PER SPENNARE I POLLI VISTA LA QUALIUTà ED IL PREZZO.
    NONNA BETTA è STATA UN’ESPERIENZA DI BUON LIVELLO PREZZI ONESTI RAPPORTATI ALLA QUALITà.

  12. comprendo la preoccupazione di antonio che condivido: anch’io ho questa paura e mi adopero per evitare che avvenga quello che lui teme. a questo proposito mi sento forte dell’impossibilità di “allargarmi”, un’impossibilità logistica data dai limiti di spazio. perché sono convinto che non a caso “piccolo è bello”, e basta non farsi prendere dall’avidità e accontentarsi di quello che il signore ci manda. i turisti, per me, sono esattamente sullo stesso piano dei non turisti: non avrai due pesi e due misure nelle tue tasche.

  13. Vado da Nonna Betta da due anni tutte le volte che scendo a Roma!!! Ambiente splendido come la cucina!!! Grazie Umberto della cordialitò dimostartami tutte le volte.

    Lorenzo da Torino

  14. sarà stato il caldo o la stanchezza del cameriere che non ha saputo nemmeno consigliarci quali piatti gustare! sta di fatto che ieri sera , dopo mesi che desideravo venire a mangiare in questo locale e dopo aver letto tutti i commenti positivi, è stata una vera delusione, non solo il servizio ma anche il cibo. non ci tornerò più. peccato!

    sara, roma

  15. oddio, sara! sono appena rientrato da una piccola vacanza e questo tuo commento proprio non ci voleva… sono dispiaciutissimo soprattutto per la tua delusione, è così che quando ti immagini una cosa in un certo modo perché te ne hanno parlato eccetera eccetera e poi… vorrei tanto rimediare e cercare di capire insieme a te che cosa può essere successo. sono preoccupato anche perché se il tuo non è un caso isolato – per uno che si mette a scrivere ce ne sono chissà quanti che non hanno voglia di farlo – deve essere successo

  16. oddio, sara! sono appena rientrato da una piccola vacanza e questo tuo commento proprio non ci voleva… sono dispiaciutissimo soprattutto per la tua delusione, è così che quando ti immagini una cosa in un certo modo perché te ne hanno parlato eccetera eccetera e poi… vorrei tanto rimediare e cercare di capire insieme a te che cosa può essere successo. sono preoccupato anche perché se il tuo non è un caso isolato – per uno che si mette a scrivere ce ne sono chissà quanti che non hanno voglia di farlo – deve essere successo qualcosa ma spero d no e che sia una semplice eccezione, un caso sfortunato che può sempre capitare in tutti i mestieri e quando si fa questo in particolare. domani torno al lavoro e ti prometto che ti tengo aggiornata. mi dispiace davvero tanto e spero di aver il modo di scusarmi.

  17. Sono stato in questo ristorante qualche settimana fa,eravamo in 4 e ci siamo trovati bene,il menu e’ ampio ed abbina piatti tipici ad altri piu creativi,anche il servizio e’ buono e i costi adeguati,lo consiglio a chi vuole passare una piacevole serata al ghetto!!Ci torneremo.

  18. grazie a gabrielicch per l’apprezzamento. la prossima volta gli conferiremo il titolo di nipote onorario di nonna betta. 😉

  19. Di certo il carciofo alla giudia è buonissimo, magico direi:) ma 5 euro mi sembra un po’ troppo;2 bastocini di filetto di baccalà di una decina di centimetri l’uno, buonissimo certo, ma 4 euro è troppo; il cous cous alle verdure cioè un piattino di cous cous con una ciotolina di minestrone leggero e semplice, 10 euro è caro; pita con shwarmah di tonno 12 euro è troppo considerato che i due pezzetti di pita,avvolti nella carta stagnola e serviti in un piatto cosparso di rucola, erano crudi. Occhio al conto: inseriti anche Euro 3 di pane che non è mai arrivato.Il carciofo merita ma il rapporto qualità-prezzo non tiene.

  20. mi imbarazza sempre un po’ la critica che verte sul prezzo, mi dispiace ogni volta come qualcosa a cui non posso porre rimedio. fede forse avrebbe ragione se fosse stata in un ristorante che non deve sostenere i costi di un’attività che si svolge nel centro di roma, in uno dei quartieri più belli e prestigiosi.

    è anche importante dire che qualsiasi piatto consumato in un ristorante, in sé, vale molto meno di quello che costa e che la materia prima è solo una delle voci che concorrono a formare il prezzo che si trova su un menu.

    infine, dal mio punto di vista, quando vado al ristorante il fatto che quello che mangi sia molto buono lo considero un prezzo da pagare. invito fede a tornare: un carciofo te lo offro io. 🙂

  21. Il giorno 8/01 a pranzo siamo stati a mangiare in questo
    > ristorante e
    > devo dire che ci siamo trovati benissimo! Ci tengo a dire che non
    > avevamo letto
    > nessuna recensione….non avevamo chiesto nessun parere…insomma
    > siamo andati
    > “a naso”! Riassumendo: da buoni italiani i soldi spesi per la buona
    > cucina sono
    > sempre spesi bene! Sono riuscita a convincere i miei amici ad assaggiare i
    >famosi carciofi e sono rimasti soddisfatti.
    > Speriamo di poter tornare al più presto! Competenza e passione, bravi!

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