La ‘mezza torta’ di compleanno (e un trucco per la crema pasticcera)

È passato molto tempo dall’ultima volta che ho fatto una torta decorata, e così quando Paola mi ha chiesto di farle una ‘torta speciale’ per il suo compleanno pensavo di fare un qualcosa di molto semplice. Solo che poi da cosa è nata cosa, e complice un errore madornale, una lievitazione in forno pessima, ne è venuta fuori l’idea di fare una torta decorata tagliata a metà, come fosse già stata tagliata.

L’impasto di base è la Madeira Cake, una base molto consistente che ben si presta ad essere usata per questo tipo di preparazioni. La farcitura è di crema pasticcera, preparata con il cosiddetto metodo Montersini che non conoscevo e che invece rende estremamente semplice fare una crema senza grumi e senza necessità di mescolare a lungo. L’interno è rivestito con panna montata e poi coperto con glassa fondente colorata.

Qui di seguito, la preparazione  e le ricette. Continue reading “La ‘mezza torta’ di compleanno (e un trucco per la crema pasticcera)”

Mangiare a Venezia: indirizzi per un weekend

Un paio di mesi fa, dopo quasi tre decenni e mezzo su questo pianeta, sono andato per la prima volta a Venezia.
Belli i canali, belle le gondole, belli i ponti, bello tutto ma… parliamo di dove mangiare!

Complici un po’ i consigli di mio fratello e un po’ twitter, friendfeed e facebook devo dire che ho mangiato davvero superbamente. Ecco gli indirizzi!

  • Vecio Fritolin – Calle della Regina 2262 – Sestiere Santa Croce. Nato da una antica friggitoria, dove si vendevano solo i cartocci per asporto di pescato del giorno, il Vecio Fritolin è oggi un ristorante di buon livello dove si reinterpreta con creatività la cucina veneziana. Sembra una frase da catalogo o da guida di Serie B? Lo è, perché in effetti io ho assaggiato solo un tris di baccalà come antipasto (il baccalà mantecato era DIVINO) e un piatto, diviso in due, di fritto misto, per lo più calamaretti, gamberi e pesciolini. Fritto asciutto e croccante, molto buono. Il prezzo per antipasto e fritto con bicchiere di vino è sui 30 Euro a persona.
  • Osteria alla Vedova – Cannareggio 3912 – ramo Ca’D’Oro. Pranzo memorabile. Osteria molto celebre, mi è stata segnalata per i cicchetti (gli stuzzichini che accompagnano il bere) e le ombre (l'”ombra” di vino era la scusa per pensare di bere poco). Siamo arrivati all’ora di pranzo. Ci siamo seduti. Antipasto misto di pesce, tanti assaggi, tra cui spiccavano le sarde in saor e le canocchie. Poi le celebri, mai sufficientemente lodate polpette di carne. Grandi e fritte come i supplì, quasi crude all’interno, zeppe d’aglio. Vanno in corto circuito enogastronomico con il bianco della casa: un mozzico alla polpetta, un sorso di vino per rinfrescarsi, altro mozzico, altro vino, altra polpetta. Credo che con Paola ne abbiamo mangiate 4 o 5 a testa. Il prezzo è stato meno di 20 Euro a testa. Per ingolfamento da polpetta non abbiamo provato il resto della cucina.
  • Osteria Antico Giardinetto – Calle dei Morti – Santa Croce. Cena di lusso. Pressoché impossibile da trovare se non si sa dov’è: praticamente arrivati di fronte al Vecio Fritolin di cui sopra, si gira a destra e alla seconda traversa a destra si arriva al Calle dei Morti. La location è amena: un piccolo patio silenziosissimo con i tavoli e un servizio accortissimo. Come antipasto abbiamo provato un tripudio di pesce crudo, un piatto enorme che comprendeva una tartare di tonno, delle capesante con tocchetti di ananas, branzino e salmone con noci sbriciolate e delle mazzancolle con fragole e aceto balsamico (superbe!). Al solo ricordo mi viene un sorriso. I primi li abbiamo saltati per andare direttamente ai secondi: una tagliata di tonno all’aceto balsamico e delle deliziose seppioline alla veneziana (servite con il nero di seppia) con polenta bianca. I dolci (un tiramisu) sono stati di un livello nettamente inferiore e dimenticabile. Il prezzo è commisurato alla qualità, qui siamo, con una bottiglia di vino, circa sui 50 Euro a testa.
  • Cioccolateria VizioVirtù – Sestriere San Polo 2898/A. È una piccola boutique del cioccolato. La segnalo per ricordare di provare il gelato al gianduiotto con la panna: piccolo semifreddo di nocciole gianduia prodotto artigianalmente, equilibratissimo, né troppo dolce né insipido. Consiglio: prendere la porzione piccola (in un bicchierino da caffè), per quanto sia delicato, prenderne di più porta allo stucchevole.

Avete altri posti da provare assolutamente? Suggeritemeli qui soto, li proverò al prossimo passaggio!

La Fucina

La Fucina“Venti euro per una pizza??? Ma siamo impazziti???”

Più o meno è questa la reazione media di coloro che sentono parlare della pizzeria “La Fucina”. In effetti la cifra è astronomica, quasi imbarazzante, già i 6 euro per una margherita ci sembrano un’enormità…
La Fucina però non è una pizzeria come le altre. E’ un’esperienza da fare.

La formula cardine del locale è la “degustazione”: si va con 2,3,4, n amici e ognuno sceglie una pizza diversa. Le pizze vengono servite a tavola una alla volta, già tagliate a spicchi, in modo che ognuno ne possa degustare una fetta. In questo modo, alla fine della cena, ognuno avrà mangiato l’equivalente di una pizza, ma assaggiandone tanti tipi diversi.

Altra particolarità è il menu, che non prevede fritti (di alcun tipo, nemmeno i supplì!) – bruschette – pizzelle o altri antipasti-sfizi-amenità varie. Solo pizze, vini/birre (artigianali) e dolci. Continue reading “La Fucina”

Tutto sugli ebook in 5 minuti!

Ieri pomeriggio ho tenuto il mio primo Ignite al Forum della Comunicazione. Per chi non lo conoscesse, l’Ignite è una formula di presentazione piuttosto estrema, inventata dalla O’Reilly, che consiste nel presentare 20 slides in 5 minuti, con le slide che scorrono automaticamente ogni 15 secondi.

La sfida quindi è doppia: da un lato cercare di essere rapidi e incisivi, dall’altro riuscire a mantenere il filo di ciò che si dice mentre le slide scorrono imperterrite. Molto divertente!

Qui di seguito la presentazione che ho tenuto (con un grazie a quel genio di J D Hancock che con il suo set di fotografie  mi ha ispirato non poco).

Mangiare a Londra – Un paio di indirizzi

Quest’anno ho partecipato con Simplicissimus per la prima volta alla London Book Fair, insieme al nostro Libraio Ciccio Rigoli. Un paio di indirizzi da ricordare per le prossime occasioni londinesi:

  • The Scarsdale Tavern, 23A Edwardes Square. Dieci minuti a piedi dalla fermata High Street Kensignton o Earl’s Court. Locanda con pochi tavoli sui quali è consentita la prenotazione e molti altri liberi dove ci si siede solo aspettando, magari sorseggiando una birra nel patio antistante. Molto buoni i piatti a base di carne, provate le rib-eye e le sausages, sempre servite con abbondanti smashed potatoes o insalate. Ampia scelta di Birre, London Pride e Cheshire Gold in testa.
  • Busaba. E’ una catena di ristoranti thailandesi. Noi siamo stati in quello al 106 Wardour St, non lontano da Carnaby Street. E’ un posto molto particolare. Non si può prenotare e all’interno ci sono grandi tavoli quadrati da 8-12 posti ai quali ci si siede in compagnia di sconosciuti che vanno e vengono. Fila perenne all’esterno per entrare e maggiore difficoltà a sedersi se è più di 3-4 persone, proprio perché occorre aspettare che si liberino i posti. Noi nel giro di 15-20 minuti siamo entrati. Cosa provare? Ciò che va per la maggiore è sono i Thai Calamari, calamari saltati con lo zenzero e vari tipi di curry. Delizioso il mio Red Lamb Curry, con agnello piccante al punto giusto, pomodorini fantozziani (temperatura interna da combustione) e lychees. Sì lychees, perché molto della cucina thailandese è giocato sul contrasto dolce-salato. Ciccio ha provato il Jungle Curry, a base di pollo, melanzane thai (???) e quel paio di chili di spezie piccanti che gli hanno paralizzato il palato per un paio d’ore. FONDAMENTALE è prendere del riso bianco insieme al curry (ce ne sono 4-5 tipi in menu) perché i curry sono serviti in ciotole con molto sugo e per gustarli pienamente (e ridurre l’effetto del piccante) il riso è indispensabile. Noi non lo abbiamo preso. Perché? Perché la cameriera ce lo ha impedito, avendo provato entrambi anche dei noodle e sarebbe stato troppo. A proposito, se capita, vanno presi (e magari diviso, per evitare il problema di cui sopra), i noodle Pad Thai, noodle con gamberetti, noccioline tritate, tofu saltato, uova e lime. Davvero particolari e gustosi

 

Pesciolino al Trionfale

Cozze Gratinate al PesciolinoÈ bello scoprire un nuovo ristorante, essere i primi a provarlo e poter così spargere la voce tra i propri amici. Con il Pesciolino, però, arrivo con almeno due anni di ritardo.

L’ho provato solo qualche sera fa, dopo che la mia amica Tania me ne aveva in varie occasioni cantato le lodi. Cosa ha di speciale il Pesciolino? Ha di speciale che i proprietari gestiscono uno dei banchi di pescheria del vicinissimo Mercato Trionfale, e quindi i piatti che vengono serviti sono tutti estremamente freschi e selezionati con l’esperienza di chi da sempre lavora nel settore.

Benché sia aperto ormai da un paio di anni, dall’esterno sembra che ancora non si siano completati i lavori di avvio, al posto dell’insegna c’è solo il nome scritto sul vetro della porta di ingresso, ma una volta dentro non si può non apprezzare l’ariosità degli alti soffitti a volta e la luminosità dell’ambiente.

Estremamente fresco e cordiale il servizio, forse un po’ poco curato il menu, stampato su fogli sparsi offerti su cartelle da presentatore, ma sono dettagli.

Quanto alla cena, eravamo in sei e la cameriera ci ha portato una carrellata di tutti gli antipasti:

  • l’Antipasto Caldo è quello che più mi è piaciuto ed è composto da un millefoglie di patate e gamberi con vellutata di fiori di zucca e zafferano, molto delicato e sfizioso, una parmigiana di mare (non segnalata in menu, io l’ho battezzata così), delle superlative bruschette di vongole e cappesante, cozze gratinate e una frittura mista con lattarini e polpettine di pesce
  • a seguire, l’antipasto freddo, con un’insalata di seppie, una più classica insalata di mare e degli involtini di melanzane ripieni di pesce. Ora, io le melanzane le adoro, e con il pesce non avevo mai pensato di mangiarle. Solo per questo ho un debito morale con il Pesciolino
  • infine, l’antipasto marinato, forse più anonimo rispetto al resto, ma comunque molto equilibrato e delicato nei sapori, con del salmone, del carpaccio di spigola e soprattutto delle ottime alici

Tanto per non farci mancare nulla, ci siamo anche presi un’ostrica per uno.

A seguire, abbiamo provato un paio di primi, ambedue molto convincenti: una calamarata di calamari, vongole, fiori di zucca, zucchine e pomodori freschi, nella quale l’accostamento dei calamari alle zucchine è particolarmente azzeccato, e un entusiasmante piatto di spaghetti con sarde, pomodoro fresco e pecorino. Il pecorino con le sarde ci sta bene. Ma tanto.

Purtroppo non ce l’abbiamo fatta a provare anche i secondi, ma questa sarà un’ottima scusa per tornare.

Abbiamo chiuso il pasto con delle fragole con gelato alla crema, che in questo periodo non fanno mai male.

Il conto, in sei persone e con una bottiglia di Vermentino di Sardegna Villa Solais 2009, è stato di circa 35 Euro a persona. Non economico ma sicuramente più che adeguato al livello della cucina. Soprattutto, siamo usciti con il desiderio di tornare presto per provare gli altri piatti, e questo non mi capita spesso.

Io e la Lamborghini Gallardo

E così ho provato anche questa. Oggi ho accompagnato un paio di GGD Roma (disclaimer, una era mia moglie!) al Circuito Internazionale di Viterbo, un autodromo a pochi chilometri dalla città, a provare la guida di due Gran Turismo, una Lamborghini Gallardo e una Ferrari F430, organizzata da PureSport. Complice l’assenza di una delle Girl ho potuto prendere io il suo posto e cimentarmi nella guida della Lamborghini.

Chi mi conosce sa che non amo guidare e che, nonostante sia un ingegnere meccanico, non capisco assolutamente NULLA di automobili. Chi mi conosce meglio sa anche che non sono particolarmente spigliato alla guida.

Bene, chi se ne frega! Ho provato lo stesso, e mi sono divertito moltissimo: le accelerate che senti nello stomaco, la macchina che frena nello spazio di pochissimi metri, le curve che ti fanno ballare, il sobbalzo sui cordoli, la sudata epica da concentrazione durante la corsa, l’adrenalina alla fine dei tre giri con la voglia di tornare subito in pista.

Decisamente un’esperienza da provare!

 

Dolce Idea – Fascino Napoletano

Dolce Idea by Fascino NapoletanoGrazie ad un “aperitivo cioccolatoso” organizzato dai proprietari e aperto gratuitamente a tutti, la scorsa settimana ho conosciuto la cioccolateria Dolce Idea – Fascino Napoletano.

Nati per difendere e diffondere la tradizione cioccolataia partenopea e guidati dal maestro cioccolataio Gennaro Bottone, i punti vendita Dolce Idea, con sei sedi tra Napoli, Roma e Avezzano, trovano nel negozio di via Tolemaide un ottimo esempio di come si possano coniugare gastronomia, cultura e senso del bello.

Il negozio è articolato su tre piccole sale, delle quali la prima è la più importante, da scoprire palmo per palmo. La fa da padrone il banco con cioccolatini e praline, 58 tipi dice il bigliettino da visita. A vederlo è un tripudio, io ho provato le ottime scorzette di arancia ricoperte di fondente (una mia dannazione che mi segue dal mio primo viaggio in Belgio), il conetto cialda, piccolo cono di cialda ripieno di cioccolato alla gianduia, il conetto di cioccolato al latte con ganache al cappuccino, i classici truffes e vari tipi di cremino (questi ultimi davvero deliziosi). Un trucco: prima di andare, visitate il loro sito e preparatevi su quali cioccolatini degustare: 58 tipi sono davvero molti e rischiereste di farvi sfuggire proprio quello che più vi sarebbe piaciuto provare.

Ma non di sole praline e cioccolatini si vive, e allora gironzolando si trovano dalle sculture in cioccolato ai liquori tradizionali sorrentini, da una selezione  di ceramiche di Vietri a creme di nocciola e  marmellate. Il consiglio è quello di entrare e curiosare.

La seconda saletta è dominata da una libreria, una parete di libri di piccoli editori campani da acquistare o da leggere liberamente seduti a uno dei 4 tavolini, dove è possibile anche degustare, in stagione, una cioccolata calda.

L’ultima è la “Sala Liberty”, con vetrate in stile Liberty (appunto), dove si svolgono presentazioni, eventi culturali e aperitivi, come quello cui ho partecipato io.

Io sono rimasto molto soddisfatto, fatemi sapere cosa ne pensate voi!

[Disclaimer: sono amico di uno dei gestori, che ho conosciuto qualche settimana fa. Questo post nasce per mia iniziativa e la recensione non è stata né richiesta né caldeggiata]

Una sera, tornando dal lavoro

Martedì 16 marzo 2011 è stata la Notte Tricolore, la notte di preparazione ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia.

Io non l’ho attesa con particolare trepidazione, non ho fatto programmi e non pensavo che l’avrei vissuta con partecipazione. E invece. E invece mi sbagliavo.

Arrivato alle 22 a Roma da Milano, su un treno strapieno, dopo esser partito la mattina presto, pensavo che non avrei fatto altro che prendere la Metro, anzi, la navetta sostitutiva per tornare a casa. E invece. E invece mi sbagliavo.

Per tutta la giornata a Roma è scesa una pioggia battente, ma un’oretta prima del mio arrivo era già finita, lasciando il posto a quel fresco tepore tipico delle serate pre-primaverili.

Ho deciso quindi che sarei andato a prendere la navetta a Piazza della Repubblica, tanto per passeggiare un po’. Ed ecco lì la prima meraviglia: i palazzi che compongono l’esedra che dava il nome alla Piazza sono illuminati da potenti fari a comporre un mosaico bianco, rosso e verde. Ai loro piedi, un autobus, ribattezzato “Discobus Tricolore”, con musica disco “a palla” e tre-ragazze-tre all’interno a ballare.

Decido quindi di scendere un po’ per via nazionale, e prendere magari il 46 a Torre Argentina. Mai scelta fu più felice: al Quirinale mi aspettava una folla e un enorme palco con un’orchestra di ragazzini che suonavano l’Inno Nazionale.

Più giù, la Colonna di Traiano illuminata con il tricolore, ai piedi della quale dei cantanti lirici si esibivano per i passanti. E ancora, il Vittoriano illuminato a giorno, anche qui di bianco, rosso e verde, con l’orchestra dei Carabinieri in Alta Uniforme.

Prendo allora una bicicletta, grazie al mai sufficientemente lodato servizio di Bikesharing del Comune e mi faccio un giro di tutto il Centro. Stupendo: il tram del 1928 a Torre Argentina, il Tempio di Adriano come una grande bandiera, Montecitorio, il Senato, ma soprattutto, a piazza Colonna, la sede storica de Il Tempo sulla quale viene proiettato un video su cui scorrono ciclicamente le immagini dei personaggi e degli eventi che hanno segnato questi primi 150 anni dell’Italia Unita, video dal titolo “Sotto una stessa bandiera”. La musica che mi avvolgeva, insieme alle enormi immagini, è stato per me di gran lunga il momento più toccante di quella notte.

Qui di seguito, gli scatti fatti in giro per la città e il video di piazza Colonna.

“Uccidila!” – Un microracconto a un microprezzo in vendita… anche qui sul mio blog!

Ho appena ceduto alla tentazione di usare io stesso Narcissus, il servizio di self-publishing di Simplicissimus, dove lavoro da quasi tre anni.
E così sono passato dall’altra parte, dalla parte degli Autori che usano il servizio, e mi sono autopubblicato il mio micro-racconto “Uccidila!”, pagando solo i 2 Euro per avere l’ISBN.

Il prezzo è quasi simbolico, 0,99 Euro, e il racconto è, ovviamente, un’imperdibile pietra miliare della letteratura mondiale, che mi piazza tra i big della narrativa, giusto dopo Carver ma subito prima di Auster.

Non perché l’ho scritto io, ma secondo me fareste bene a non perdervelo.

Dove lo trovate? Qui sotto! Grazie al widget di Ultima Books, il nostro nuovo store, si può comprare direttamente qui sul sito, pagando poi sui server ultrasicuri dello store originario.

Enjoy!