Equatore

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Ieri, dopo mesi in cui avevo relegato la lettura ai pochi minuti prima del sonno e ultimamente alle quotidiane deambulazioni in metropolitana (a proposito: tagliatori di tubi della benzina degli scooter, che voi siate maledetti e che possiate soffrire vita natural durante di attacchi plurimi di dissenteria acuta!) mi sono regalato tre ore consecutive per finire le ultime 200 pagine di Equatore, di Miguel Sousa Tavares.

E’ un libro stupendo e mi sento di consigliarlo a tutti. E’ la storia di Luis Bernardo Valença, intellettuale e viveur della Lisbona di inizio secolo, che inaspettatamente convocato dal Re viene a trovarsi nominato Governatore delle isole di Sao Tomé e Principe. La sua missione è convincere gli inglesi, rappresentati dal console David Jameson e dalla bellissima moglie Ann, del fatto che nella colonia non esista più la schiavutù. Il romanzo si intreccia tra gli intrighi politico-commerciali dell’isola e la vita personale di Luis Bernardo, e complessivamente ofre un affresco godibilissimo della vita coloniale all’alba dello scorso secolo.

Anche se in alcuni passaggi risulta un po’ irreale e macchinoso, Tavares riesce a creare una forte empatia tra il lettore e il protagonista, e questo credo sia il maggior punto di forza del romanzo. Al termine delle quasi 500 pagine si prova una sensazione di dispiacere nel chiudere il libro, si sente il desiderio di continuare a vivere con quegli amici dei quali hai imparato a conoscere i pensieri, i sentimenti e gli umori.

In conclusione, è un’ottima opera prima, attendo con trepidazione la prossima prova di Tavares.

PS: Naturalmente, un ringraziamento agli amici che me lo hanno regalato. Ho un pregiudizio abbastanza forte verso gli scrittori portoghesi, e questo libro, che di sicuro da solo non avrei mai comprato, è riuscito nell’impresa di abbatterlo.

PPS: A chi interessasse, per conoscere i libri che ho letto (sto continuando a caricarli) e quelli che sto leggendo, questo è il mio profilo su aNobii.