Parnassus

Bello, Bello, Bello.

Giovedì scorso ho potuto vedere l’anteprima di Parnassus grazie a Ford, ottimamente supportata da Digital PR.

Una meraviglia di film, fatevi del bene e andate a vederlo, perché questa volta Terry Gilliam ha colto nel segno.

E’ un film con vari livelli di lettura: dietro la storia costruita come un orologio con i suoi punti di svolta e punti di rottura, c’è una favola sulla forza dell’Amore (Amore sensuale, Amore amicale e Amore filiale), ma ancora più in fondo c’è l’impietosa narrazione della miseria della condizione umana, costantemente in preda ai propri desideri, e ancor di più è un’amara constatazione dell’ineluttabilità del proprio destino.

A prescindere da questo, quello che più mi ha colpito è che dal primo all’ultimo minuto ci si trova immersi in una  finzione creata con tale mestria da far accettare i (molti) passaggi magici come fossero totalmente naturali. Difficilmente ho visto film che, non appena sconfinano nell’onirico, non diventino noiosi o fastidiosi. Questo è differente, quando si vedono situazioni logicamente incogruenti viene da pensare “ma è proprio così che succede nei miei sogni!”. Ed è una bella sensazione.

E infine: ve li ricordate i pannelli cartonati animati delle scenografie che Gilliam faceva ai tempi dei Monty Python?
Ecco, qui prendono vita e raggiungono l’apoteosi, una pura goduria estetica, quasi commovente.

Provare per credere!