Pot Pourri

– No, il ristorante-pizzeria Pot Pourri non lo voglio recensire.
– Ma dai, non fare il capriccioso, ci sei andato apposta!
– Sì, lo so, ma è stata una delusione tale che non ho proprio voglia
– Ma come? Hai insistito tanto: “Sta nel cuore di Garbatella” Continue reading “Pot Pourri”

La Montecarlo

Tanti anni. Sono tanti anni che mio fratello mi ripete come un mantra: “Vai-a-prendere-la-pizza-a-Montecarlo-Vai-a-prendere-la-pizza-a-Montecarlo- Vai-a-prendere-la-pizza-a-Montecarlo…(prosegue ad libitum)”. E io no, non ci sono mai andato.
Una volta perché era fine settimana e trovavo pieno, e quando dico pieno intendo pieno, nel senso che c’era più gente in piedi ad aspettare che seduta a mangiare, un’altra volta perché non mi andava la pizza e allora andavo alla vicina Birreria Peroni, un’altra volta ancora perché era lundedì ed era chiusa.
Insomma, il tempo fugge e sono passati alcuni anni, finché in una stupenda domenica di fine estate, io e Paola ci siamo fermati a pranzo.
La recensione potrebbe essere molto breve, e lo sara: Continue reading “La Montecarlo”

Exit, D’Amico e Di Pietro

Ieri sera ho visto un brandello di Exit su La7. C’era Ilaria D’Amico che intervistava Di Pietro. Era la prima volta. E’ stato desolante, anzi imbarazzante, con la conduttrice che si faceva mettere all’angolo dal Ministro impappinandosi miseramente. Nulla di illegittimo, per carità, semplicemente il Ministro rigirava alcune domande per evitare di rispondere direttamente. Alla fine la D’Amico, stizzita, è sbottata con un qualcosa di simile a: “Ma insomma! Lei è venuto per rispondere alle domande, non per farle!”

Magari è stato solo quel pezzetto di trasmissione, ma io non posso e non voglio concedere una seconda chance alla trasmissione.

E tuttavia mi chiedo: E’ mai possibile che non ci sia un giornalista, dico uno, anzi no, mezzo, in grado di condurre con maggiore destrezza un programma del genere? Qualcuno con un’esperienza tale da fare domande e farsi rispondere? Mi sembrerebbe il grado zero della conduzione televisiva…

Mah!

Lettera aperta a Tommaso Padoa Schioppa

Caro Tommaso,

Non ci conosciamo, ma penso che questa sia un’ottima occasione per farlo.

Di te si sa molto, quindi è bene che mi presenti io: mi chiamo Marco, ho trentuno anni compiuti quattro giorni fa, e circa sei mesi fa sono andato via da casa per andare a vivere con Paola, la mia fidanzata.

Nonostante non mi sia mai impegnato direttamente, per sentimento, per formazione e per cultura mi considero un uomo di sinistra moderata, e di primo impatto valuto con occhio benevolo anche le esternazioni più bizzarre degli esponenti dell’attuale maggioranza. E’ sbagliato, lo so che dovrei avere un maggior giudizio critico nei confronti del mondo, ma questo è il mio carattere.

Bene, ora che ci conosciamo un po’ meglio ti vorrei chiedere: perché pensi che io sia stato, fino a pochi mesi fa, un “bamboccione”? Anche se lo hai detto con tono scherzoso, perché lo hai fatto?

Scopro dal dizionario Garzanti la definizione di “bamboccio”:  2 (fig.) uomo sciocco, goffo, immaturo; anche, irresoluto, privo di carattere. ACCR. Bamboccione 

Sinceramente, non riesco a trovare alcuna corrispondenza tra la mia storia personale e nessuno tra gli aggettivi qui sopra: mi sono laureato in ingegneria meccanica a 24 anni con il massimo dei voti, quindi forse sciocco non sono; 45 giorni dopo la laurea ho iniziato a lavorare all’università grazie ai miei brillanti risultati accademici. Ma volevo qualcosa di diverso, volevo lavorare nella finanza, e così ho studiato ancora e ho fatto decine di colloqui, finché non sono riuscito ad entrare in una delle più grandi banche italiane, dalla quale sono andato via per entrare in un gruppo bancario europeo. Non mi reputo, pertanto, né irresoluto, né privo di carattere.

Per la goffaggine, ti posso dare ragione: un po’ goffo lo sono (ma forse non ti riferivi a questo aspetto della bamboccionosità).

Per l’immaturità, infine, se diventeremo amici potrai giudicarmi. Prima, forse, non è possibile né corretto.

E allora, perché mi hai chiamato “bamboccione”? Certo, alcune suggestioni cinematografiche possono spingerti a pensare che tutti quelli che rimangono a casa fino a tarda età, lo facciano perché è bello (come effettivamente è) tornare e trovare la pappa pronta e le magliette stirate, ma forse, e sottolineo FORSE, la forza motrice, anzi, la forza frenante che determina il restare in casa non è la comodità, bensì la necessità. Si dà il caso che io sia stato molto fortunato a trovare abbastanza in fretta un buon lavoro, ma nonostante ciò non mi potevo semplicemente permettere di vivere fuori casa in una città come Roma, la mia città. E, ripeto, io sono molto molto fortunato rispetto a tanti miei coetanei.

E di chi è la colpa di questa situazione? Sui giornali e in giro di risposte se ne trovano molte: è colpa della Società… è colpa del Mercato del Lavoro… è colpa del Mercato Immobiliare… è colpa dell’Euro… Ieri ho compreso, forse fraintendendo, come la colpa sia in realtà la mia, uno dei tanti bamboccioni che ha preferito stare in casa fino a trent’anni. E probabile che sia così, ma credo che mi sfugga qualcosa e pertanto ti prego: se avrai tempo, lasciami un commento qui sotto e spiegami perché mi hai insultato.

 

In attesa di un tuo riscontro, ti porgo i miei più cordiali saluti.

 

Marco

Ciccia Bomba

In giro si parla piuttosto bene di Ciccia Bomba, e anche se non ne sono entusiasta, devo in generale concordare. Rientrerà molto probabilmente nella mia lista di “ristoranti alternativi”, quelli dove vado quando trovo gli altri pieni o chiusi.

Ciccia Bomba, a due passi da Piazza Navona, è un ristorante dagli interni piuttosto scarni. Quando si entra, anche quando è affollato, dà la sensazione del vuoto.
La cucina spazia dalle specialità romane alla pizza, con un occhio particolare ai piatti a base di pesce. E’ proprio di questi ultimi che vi vorrei parlare, perché sono stati il fil rouge della nostra cena:
Continue reading “Ciccia Bomba”

Memorie di un cane di Pavlov

E’ un periodaccio.

Sono continuamente con la testa da un’altra parte.

Ieri sera, per dire, mi stavo cambiando prima di andare a dormire, con il sonno e le occhiaie da panda che ho negli ultimi tempi. 

E’ stato un attimo, invece di mettermi il pigiama mi sono ritrovato in bagno a lavarmi per uscire.

Non fosse stato per l’acqua fredda, mi sarei ritrovato a mezzanotte in giacca e cravatta sullo scooter.

E’ un periodaccio…

Free Burma! Blogger’s day il 4 ottobre

Vittorio Pasteris  (Grazie, Vittorio!) mi ha fatto conoscere questa iniziativa, alla quale ho già aderito sul sito ufficiale: http://www2.free-burma.org/index_it.php e alla quale dopodomani parteciperò.

Si tratta di questo:
Free Burma!

1. Pubblica un post, una pagina o un contenuto (sul tuo blog, social network, forum, pagina web statica personale) con la scritta: “Free Burma!”

2. Se puoi usa il Tag: “Free Burma”

3. Scegli ed inserisci uno dei banner presenti sul sito web: Graphics

4. Inserisci un link a www.free-burma.org. In questo modo i tuoi lettori potranno trovare le informazioni su questa campagna riguardante la Birmania trovando anche una lista di partecipanti alla quale aggiungersi per aderire. Se invece sei il Webmaster di un Forum puoi utilizzare questo gruppo speciale.

5. Sentiti libero di scrivere qualsiasi testo addizionale che vorrai inserire.

Maggiori dettagli sul sito http://www2.free-burma.org/index_it.php.